Arrivano multe più care: nel 2019 infatti saliranno del 2,4%, come spiega l’Asaps (Amici Polstrada). Il motivo? Una norma del Codice della Strada, introdotta nel 1993: in base all’articolo 193, la misura delle sanzioni amministrative pecuniarie è aggiornata ogni due anni in misura pari all’intera variazione, accertata dall’Istat, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (media nazionale) verificatasi nei due anni precedenti.
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Come funziona
Entro il 1° dicembre di ogni biennio, diversi ministeri fissano tramite decreto i nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie. Esse verranno applicate dal 1° gennaio dell’anno successivo.
Denaro, quello dei proventi delle multe, che arricchisce anche le casse dei Comuni. Nel 2017, hanno incassato ben 1,67 miliardi di euro in multe stradali. Un’impennata notevole, considerando che erano stati 1,32 miliardi nel 2008.
Multe più care: cosa cambia e cosa no
Se, spiega l’Asaps, fosse confermato l’aumento del 2,4%, i divieti di sosta semplici dovrebbero passare da 41 a 42 euro, le violazioni alle ZTL e alle corsie bus da 81 a 83 euro, uso improprio del cellulare alla guida da 161 a 165 euro, l’omessa revisione da 169 a 173 euro, l’eccesso di velocità di non oltre 10 km/h rispetto al limite da 41 a 42 euro, fra 10 e 40 km/h da 169 a 173 euro, fra 40 e 60 km/h da 532 a 545 euro, l’eccesso di velocità di 60 km/h oltre il limite da 829 a 849 euro.
Resteranno invariate invece le sanzioni penali come la guida in stato di ebrezza: con oltre 0,8 grammi di alcol per litro di sangue questa prevede un’ammenda di 800 euro e 1.500 euro per oltre 1,5 grammi di alcol per litro di sangue. Nessun rincaro anche per la multa sotto l’effetto di droghe: 1.500 euro.