Può capitare che, in seguito alla richiesta di riparazione da parte del cliente, questo si possa ripresentare in officina senza il dovuto pagamento, prestabilito prima dell’inizio di qualsiasi tipologia di operazione, oppure che quest’ultimo contesti quanto era stato preventivamente richiesto dal meccanico.
Cosa fare, quindi, per non incorrere nel reato di appropriazione indebita, in caso di mancato pagamento della riparazione dell’auto da parte dell’automobilista?
È bene specificare che, l’art. 646 del Codice Penale, punisce il reato di appropriazione indebita con la reclusione da 2 a 5 anni e con una multa da 1000 a 3000€.
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Tuttavia, il 10 Aprile 2018, giorno di pubblicazione del Decreto Legislativo n. 36/2018, il regime di procedibilità per taluni reati (tra cui i delitti contro il patrimonio e, quindi, quello di appropriazione indebita), è stato modificato con il fine di andare incontro a una delle due parti in questione: il meccanico.
La Cassazione ha quindi decretato che:
nel caso in cui non venisse corrisposto il pagamento delle riparazioni effettuate sulla propria auto, il meccanico può decidere di trattenere la vettura fino ad avvenuta liquidazione del debito.
Infatti, “Chi vanta un diritto di credito per alcuni lavori eseguiti su determinati beni di proprietà di un altro soggetto, può trattenere per sé tali oggetti – purché non li usi – come garanzia per il futuro pagamento di quanto a lui dovuto. Non c’è alcun reato nel custodire presso di sé l’altrui proprietà solo allo scopo di farsi dare i soldi che spettano per l’attività lavorativa”.
L’esenzione dall’accusa di reato di appropriazione indebita avviene solamente nel verificarsi di alcune condizioni ben precise.
Al meccanico, come detto precedentemente, è concesso trattenere la vettura del cliente fino a quando questi non sia in grado di pagare la dovuta somma stabilita in precedenza.
Da qui, è possibile capire quanto sia importante per un meccanico essere il più trasparente possibile con tutti i suoi clienti: ancor prima di procedere con le operazioni richieste, e affinché l’automobilista non possa lamentarsi e di conseguenza non pagare il corrispettivo dovuto, è bene presentare un preventivo che sia ben dettagliato e preciso.
Presa visione del preventivo, il cliente può decidere se accettare o meno la somma proposta dal meccanico per gli eventuali lavori da effettuare. A questo punto, se il cliente ha accettato tale somma di denaro, non può poi pensare di potersi recare in officina a lavori finiti e ritirare la macchina senza effettuare il dovuto pagamento: la legge, in questo caso, tutela il meccanico permettendogli di trattenere tale vettura fino a quando il cliente non ripaga ciò che deve.
Infatti, come già riportato a inizio articolo, in questo caso il meccanico vanterebbe di un diritto di credito, attraverso il quale può trattenere il bene di proprietà dell’automobilista che è stato lasciato in officina. L’importante è che il meccanico non si approfitti di tale situazione per utilizzare tale bene a proprio piacimento.
Per non incorrere nel reato di appropriazione indebita, al meccanico si consiglia di:
- Dimostrare che il bene sia stato lasciato spontaneamente dal proprietario in officina;
- Che il credito non sia futuro, e quindi immediatamente esigibile;
- Che il meccanico non faccia uso proprio del bene.
Passato del tempo, se ancora l’automobilista non ha adempito a pagare il suo debito, il meccanico può procedere con il pignoramento: dopo essersi recato dal giudice con un decreto ingiuntivo contro il debitore, e dopo aver fatto passare ulteriori 40 giorni per permettere all’imputato di eventualmente pagare la somma dovuta, il giudice avvierà il pignoramento. Questo sostanzialmente consiste nell’espropriazione dell’automobile del debitore a favore del creditore.
La vettura verrà, infine, o venduta all’asta, oppure diventerà proprietà del meccanico.