Il primo di Novembre è stato uno dei weekend più caldi sul fronte automobilistico, in particolar modo per i temi che sono stati trattati.
L’argomento principale che è stato fortemente dibattuto riguardava la tassazione delle auto aziendali in fringe benefit.
Tassazione attuale e tassazione proposta
Attualmente, l’imposizione fiscale sulle auto aziendali per uso promiscuo (quindi, utilizzate dai dipendenti per lavoro e tempo libero) è al 30%. Con la nuova legge di bilancio, il Governo ha proposto di portarla al 100%.
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Questa normativa ha però scatenato diverse critiche, soprattutto dalle associazioni di categoria, in quanto l’ipotesi di una tassazione più alta causerebbe un tracollo del mercato delle auto aziendali.
Queste critiche hanno convinto la maggioranza, prima sicura di voler promulgare questo nuovo disegno di Legge, ad un parziale dietrofront: per bocca del Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, il Governo ha comunicato che “tempi e modalità di applicazione possono essere rivisti per evitare un impatto negativo sull’imposta pagata ai lavoratori dipendenti e sulle imprese. Apriremo un tavolo di confronto con le imprese del settore per migliorare la misura in Parlamento”.
Le modifiche apportate al nuovo disegno di Legge
La promulgazione della nuova normativa, che potrebbe risultare come una delle tante soluzioni per la riduzione dell’impatto ambientale, è stata quindi rinviata di sei mesi, se non di un anno.
Molte e contrastanti sono state sicuramente le proposte di modifica della tassazione sulle auto aziendali presentate in queste ultime settimane dalle diverse forze politiche.
Modifiche al nuovo disegno di Legge sono però già state apportate: da una triplicazione della tassa dell’aggravio, prima generalizzata a tutte le tipologie di autovetture, si è passati ad un raddoppio per la maggior parte dei veicoli.
Infatti, l’onere triplicato resta per quella minoranza che ancora utilizza soprattutto benzina come rifornimento della propria auto, mentre non cambia il trattamento riservato a coloro che guidano auto elettriche ed ibride: la tassazione rimane, di fatto, al 30%.
L’obiettivo della normativa
Al fine, poi, di mantenere la scia del cosiddetto “Green New Deal”, ovvero quell’insieme di provvedimenti annunciati dal Governo che mirano ad agevolare, o non penalizzare, le scelte dei consumatori e aziende in grado di ridurre l’impatto ambientale, viene ripresa in considerazione l’ecotassa.
L’ecotassa, ovvero la nuova tassa sulle auto inquinanti, intende disincentivare l’acquisto di veicoli particolarmente inquinanti, a favore di ibridi, macchine elettriche o a metano.
Non sono escluse ulteriori modifiche o cambiamenti a questo disegno di legge che, nonostante all’inizio fosse supportato dalla maggioranza del governo, ha trovato grande opposizione.
Rimane aperto il dibattito sulla tassazione delle auto aziendali. Continui cambiamenti sono previsti per questo disegno di Legge che assume, quasi quotidianamente, forme differenti.
La questione più scottante resta senza dubbio quella relativa alla categoria di veicoli che non sono né ecologici né super-inquinanti. L’aspetto più dibattuto riguarda, infatti, le quantità di emissioni prodotte per km percorso utilizzate per definire questa tipologia di vettura.
Come agire in un contesto tanto confusionale come quello in cui stiamo vivendo ora?
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