Nel mondo dell’automotive suscita ancora un po’ di clamore trovare una donna ai vertici. L’ultima, in ordine di tempo, è Robyn Denholm, chiamata a sostituire Elon Musk alla presidenza di Tesla. Quattro anni fa la neo Ceo di General Motors Mary Barry ha rilanciato il marchio (12,48 miliardi di utili e 166,3 di ricavi) e da gennaio è spalleggiata da un’altra donna, Dhivya Suryadevara. Prima donna della storia a guidare un’azienda automobilistica, Barry ha smentito chi la credeva una meteora da quota rosa e ha spinto la casa americana verso l’innovazione, investendo ad esempio sulla guida autonoma. Guarda caso il vicepresidente responsabile del programma Global Electric Vehicles è ancora una lei, Pamela Fletcher.
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Solo 16 donne al top
Ai vertici segnaliamo anche Linda Jackson (Ceo di Citroën), Annette Winkler (Ceo di Smart), le molte dirigenti nell’area del design industriale. Il NY Times ha dedicato loro un’intera pagina (Tisha Johnson in Volvo, Chrystal Windham in Cadillac, Sharon Gauci in GM). Eppure sfondare non è facile. Le donne hanno un potere d’acquisto crescente, ma rappresentano solo il 16% delle impiegate nell’automotive. Nel 2018 solo 16 donne (8%) ricoprivano cariche dirigenziali nelle più importanti case automobilistiche.
Per emergere, la determinazione sfiora il sacrificio: “L’automotive è un settore che presuppone enorme dedizione, praticità, capacità di gestire contemporaneamente istanze diverse tra loro, di lavorare sul breve e sul medio-lungo periodo, intelligenza relazionale oltre che competenze tecniche. Tutte capacità manageriali che non mancano alle donne. Il cambiamento però richiede tempo e anche la possibilità e la volontà di rinunciare a un perfetto equilibrio tra lavoro e vita familiare.”
Le donne ai vertici in Italia
Se diamo uno sguardo al panorama dell’industria automotive italiana le donne assumono sempre più un ruolo chiave.
Solo nel gruppo FCA, ad esempio, le donne sono molto presenti occupando posti di prestigio nella gerarchia aziendale. Un cambiamento che sta aiutando in maniera sostanziale il settore automobilistico italiano a evolversi e guardare il futuro con ottimismo. Roberta Zerbi è, ad esempio, la responsabile Alfa Romeo per i mercati dell’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), Maria Grazia Lisbona è il capo di Fiat Powertrain, Antonella Bruno la responsabile Lancia e sviluppo rete FCA e Monica Genovesi responsabile acquisti EMEA.
Sembra in effetti che una presenza femminile massiccia nel settore automotive stia contribuendo favorevolmente al cambiamento all’interno delle aziende. In generale, all’evoluzione di un approccio più articolato e smart nei confronti delle nuove forme di mobilità.
Lidia Dainelli ha sottolineato come ”oggi la situazione è molto cambiata. E’ facile poter entrare in sintonia con il mondo maschile in un’azienda automotive, anche se un po’ di ostilità c’è. Il valore aggiunto delle donne? Il voler cercare di emergere”. Cinzia Caserotti, invece, ha evidenziato un valore aggiunto ”rosa” per il settore. Secondo lei ”noi donne riusciamo a vedere e capire anche il non detto e ad andare ben oltre quello che ci viene chiesto”. (ANSA)