La targa dell’auto, come ogni altra parte della carrozzeria, può essere sottoposta a deterioramento. Ma, a differenza delle altre componenti della macchina, una targa rovinata o illeggibile è soggetta a sanzioni, peraltro decisamente non ridotte.
La Legge, più specificatamente il Codice della Strada, sanziona con una multa che supera i 150 euro qualsiasi automobilista che non si sia preoccupato di rendere la propria targa leggibile.
L’articolo 2, comma 7 difatti recita: “Chiunque circoli con targa non chiaramente e integralmente leggibile è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 41 a euro 168”
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Possibile, ma non obbligatoria, risulta essere invece la pena aggiuntiva di fermo amministrativo e ritiro targa e, nel caso in cui il proprietario commettesse nuovamente l’errore, si può passare alla confisca del mezzo.
Ulteriore pena che deriva da una targa illeggibile può essere il rifiuto da parte della Motorizzazione di sottoporre il mezzo a revisione e, di conseguenza, circolare per le strade senza revisione è a sua volta sanzionabile.
Si va incontro alle sanzioni non solo in casi di targa sporca..
Infatti, caso particolare risulterebbe essere quello della contraffazione della targa auto, che implicherebbe una multa che varia dai 5000 agli 8000 euro. Ma i problemi non finiscono qui, perché, in questa situazione, se il proprietario dell’auto non solo si fosse limitato a circolare con la targa contraffatta, ma risultasse anche essere l’autore dell’atto oppure si fosse munito egli stesso della targa contraffatta rischierebbe il procedimento penale. Il reato in contestazione sarebbe quello di uso di atto falso.
Quindi, onde evitare di dover metter mano al portafogli (o finire in carcere), risulta fondamentale riporre un filo di attenzione e dedizione in più alla pulizia periodica della targa automobilistica (ovviamente, non di quella falsificata..)
Qual è la procedura da seguire in caso di targa deteriorata o rubata?
Se la targa è deteriorata, bisogna obbligatoriamente sostituirla e procurarsene una nuova attraverso una procedura di re-immatricolazione.
Il primo passo è rivolgersi ad un ufficio specializzato, e, dopo aver versato una simbolica somma di denaro, bisogna compilare un modulo chiamato TT2119 a cui bisogna allegare due fotocopie della carta d’identità, codice fiscale, libretti di circolazione, certificato di proprietà e la targa da sostituire.
Nel caso in cui si trattasse di targa smarrita o rubata, prima di iniziare la procedura sopracitata, bisogna innanzitutto sporgere denuncia. Dopodiché, passati quindici giorni, se la targa non è stata ritrovata, è possibile recarsi ad un ufficio di re immatricolazione e procedere con la re iscrizione al PRA (Pubblico Registro Automobilistico) del veicolo.
Se, invece, il proprietario del’autovettura fosse un cittadino extra-comunitario, la procedura prevede la presentazione della carta d’identità e del permesso di soggiorno, entrambi in corso di validità sul territorio nazionale o sul territorio europeo per il quale è richiesta una permanenza di lunga durata per cui è giustificato l’utilizzo di un’auto propria.
Quanto costa, però, tutta questa procedura?
Alcuni costi sono previsti per legge, come ad esempio gli emolumenti ACI (27,00 euro), imposta bolla per iscrizione al PRA (32,00 euro), diritti MCTC (10,20 euro) e l’imposta di bollo per re immatricolazione (32,00 euro) a cui bisogna poi aggiungere il costo della targa, stabilito dal Dipartimento dei Trasporti Terrestri.
Possiamo quindi affermare che, questa procedura di re immatricolazione, oltre ad essere una gran seccatura, è anche costosa, ma nel caso non fosse attuata e si circolasse con una targa illeggibile, anche in questo caso si andrebbe incontro ad inconvenienti economici.
Come si suol dire, “meglio prevenire che curare”. Fate attenzione a tenere la targa sempre pulita, ben in vista e leggibile, al fine di non dover sostenere inutili spese.