Il numero che appare sul contachilometri al momento dell’acquisto potrebbe influire sulla decisione finale del cliente. Per gli automobilisti vi sono degli indici, come il superamento dei 100.000 km, che indicano l’età avanzata dell’auto; in realtà questi limiti sono per lo più psicologici perché tale cifra, potenzialmente, potrebbe essere raggiunta in pochi anni.
A conoscenza dell’importanza ricoperta dal chilometraggio dell’auto in fase di decisione di acquisto, coloro che agiscono in malafede potrebbero operare una manomissione del contachilometri, intervenendo direttamente sulle centraline elettroniche della vettura per diminuire la cifra indicata. Ovviamente si tratta di una pratica illegale, che purtroppo talvolta viene messa in atto, sia da commercianti, sia dai privati.
Quali sono i segnali di una manomissione del contachilometri?
Ci sono delle accortezze che permettono di capire se il valore del contachilometri è stato modificato:
- Il contachilometri segna un valore eccessivamente basso in rapporto agli anni di vita dell’auto.
- Fare un controllo incrociato con i km dei tagliandi. Infatti, poiché anche il libretto potrebbe essere contraffatto, la sua verifica potrebbe essere complicata.
- Controllare la storia della provenienza dell’auto presso il Pubblico Registro Automobilistico. Se, risalendo ai precedenti proprietari, fosse indicata una società di noleggio e il chilometraggio risultasse molto ridotto, potrebbe esserci stata una manomissione del contachilometri, poiché normalmente le auto a noleggio percorrono molta strada.
- Richiedere l’aiuto di un meccanico di fiducia che possa fare un esame approfondito della vettura e delle condizioni di usura.
- Far esaminare la centralina da un esperto. Purtroppo, questo intervento non sempre ha esito positivo, alcuni truffatori sono molto abili a nascondere le tracce.
- Prestare attenzione alle vetture del parco auto del rivenditore: se molte avessero prezzo, età e km simili, potrebbero aver subito modifiche.
Infine, nel momento della firma del contratto di vendita è caldamente consigliato fare molta attenzione alle clausole presenti. Talvolta vengono inserite diciture per cui si conferma di essere consapevoli che l’auto, essendo usata, potrebbe presentare difetti non verificati dal venditore. Oppure, il venditore potrebbe sottolineare che il veicolo “è in stato d’uso conforme all’età e alla percorrenza”, delegando le future responsabilità al conducente.
Responsabilità del venditore
Per il Codice del Consumo e il Codice Civile, il contachilometri alterato indica la responsabilità al venditore di aver venduto “una cosa per un’altra”. L’imputabilità per truffa al venditore rimane anche nel caso in cui la manomissione sia avvenuta da parte di terzi. Infatti, lui stesso è tenuto a verificare le reali condizioni del prodotto in vendita, in questo caso la vettura.
Vi sono diversi gradi di responsabilità imputabili al venditore, anche contemporaneamente:
- Penale per frode e truffa. In questo caso, data l’importanza dell’accusa, è necessaria una querela del danneggiato, accompagnata da prove che la manomissione del contachilometri sia avvenuta per mano del venditore.
- Contrattuale per aver venduto un prodotto dichiarandolo come un altro.
- Istituzionale per pratica commerciale scorretta.
Manomissione del contachilometri: cosa fare?
Innanzitutto, vi sono delle tempistiche entro cui l’azione del consumatore può essere presa in considerazione. La dichiarazione deve avvenire entro il termine della garanzia legale dei 2 anni ed entro 2 mesi dalla scoperta del difetto.
Il primo passaggio consiste nell’inviare una raccomandata al venditore, contestando un difetto di conformità ai sensi dell’articolo 129 del Codice di Consumo. Se la manomissione del contachilometri fosse superiore ai 50.000 km, si potrebbe richiedere la risoluzione del contratto e un rimborso completo; in caso contrario, si potrebbe ottenere una riduzione del prezzo e, quindi, un risarcimento parziale.
Nel caso in cui il venditore non fosse collaborativo, occorrerebbe segnalare il fatto all’AGCM (Autorità garante della concorrenza e del mercato) come pratica commerciale scorretta, avviando di conseguenza un’azione giudiziaria. In seguito alla deposizione della denuncia a Carabinieri o Polizia, questi procederanno legalmente tramite l’Autorità Giudiziaria.