Quando ci si mette al volante di un’auto a motore termico dopo aver preso la patente, ci sono delle norme da rispettare. Se, però, siamo neopatentati e scegliamo di guidare un’auto elettrica, allora possono cambiare molte cose.
Ecco perché!
Nuove auto. Nuove regole.
È evidente a tutti la scelta di molte case automobilistiche di voler virare verso l’elettrico. La principale motivazione è riconducibile alla decisione comunicata lo scorso giugno dal Parlamento Europeo, per la quale l’obiettivo entro il 2035 è raggiungere una mobilità stradale a emissioni zero in tutto il territorio.
Questo porterà, di fatto, a una circolazione sempre minore di veicoli con motore termico. Ovviamente deve passare ancora molto tempo prima che si arrivi a una situazione simile.
Ma quali saranno le limitazioni dei neopatentati?
Attualmente sono presenti delle normative per coloro che hanno preso da poco la patente e vogliono mettersi subito al volante di un’auto elettrica, oppure ibrida.
Regole per i neopatentati
Per le auto con il motore termico lo sappiamo bene. Nel primo anno di patente B, i neopatentati non possono guidare auto con un rapporto potenza/tara superiore ai 55 kW/t e una potenza massima di 70 kW.
Per le auto elettriche, invece, è stato eliminato il tetto massimo dei 70 kW in favore di un aumento del rapporto potenza/tara fino a 65 kW/t anziché 55.
Questo perché, con le auto elettriche, viene considerata non la base della potenza omologata, ma quella erogabile e mantenibile per almeno 30 minuti. Infatti, esistono veicoli con motori elettrici con più di 70 kW di potenza, che possono essere guidati da neopatentati. Proprio perché offrono una potenza omologata inferiore, anche se i veicoli hanno una massa maggiore.
Infine, per quanto riguarda le auto ibride, si considera la potenza del motore termico, ovvero la voce P2 del libretto di circolazione, riferendosi così agli stessi limiti previsti per le auto a diesel o benzina.
In conclusione, l’intenzione è quella di rendere le auto elettriche sempre più accessibili, neopatentati compresi. Questo anche per agevolare ulteriormente il raggiungimento di un obiettivo prefissato a livello europeo, ma su cui però c’è ancora molto da fare.
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