Il mercato europeo dell’automobile si sta sempre più elettrificando. A giugno il Parlamento europeo ha approvato la proposta di raggiungere una mobilità stradale a emissioni zero entro il 2035. L’obiettivo? Produrre nuove auto e nuovi veicoli commerciali leggeri a basso impatto ambientale. Il problema è che sono ancora poche le auto elettriche in circolazione.
In alcuni paesi, tra cui l’Italia, questo tipo di mobilità è ancora poco diffusa. Scopriamo il perché!
I numeri in Italia
Secondo i dati dell’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA), si è registrato un aumento della produzione dei veicoli a emissioni zero in Europa. Nel secondo trimestre del 2022 si stima che il numero di auto elettriche sia vicino al 9,9% del totale. Anche i modelli ibridi plug-in sono in crescita, toccando quest’anno quota 8,7% del totale.
Dati che però sono in contrasto con la realtà italiana.
Infatti, nei primi tre mesi del 2022 si è registrato solo il -19,6% di immatricolazione di auto elettriche nel nostro paese. Una situazione che non sembra riguardare paesi come Francia e Spagna, i quali hanno una crescita rispettivamente del 2,7% e del 7,2% di immatricolazioni.
Anche la vendita delle auto ibride plug-in è in calo in Italia, toccando -6,9% rispetto al primo trimestre dello scorso anno e -9,3% per le auto Hybrid Electric Vehicles (HEV).
Questo calo però non riguarda solo l’elettrico, ma è stato registrato anche nella vendita delle auto a GPL diminuita del 5,1%, mentre in altri paesi è aumentata.
Colmare il gap
I problemi sono diversi. Sicuramente a partire dalla crisi dei microchip che ha coinvolto l’intera economia mondiale. Questo ha causato numerosi ritardi di consegna delle nuove automobili immatricolate.
Ma ci sono anche altri tipi di problemi.
Per esempio, manca un numero considerevole di stazioni di ricarica. La quantità di colonnine presenti sul nostro territorio è sicuramente aumentata: più di 23.000 colonnine. Nonostante l’Italia abbia cercato di colmare il grande gap rispetto ad altri paesi europei – arrivando a posizionarsi al quinto posto della classifica di ACEA – il divario resta comunque alto. In Olanda, per esempio, ci sono oltre 90.000 punti di ricarica, mentre in Germania sono 60.000.
Le distanze sono notevoli, ma in realtà non è solo il nostro Paese a essere in ritardo. In Europa ci sono più di 300.000 stazioni di ricarica per veicoli elettrici e per raggiungere gli obiettivi prefissati dal programma europeo entro il 2030 ne serviranno oltre 6 milioni.
A seguito di tutti questi ritardi, è proprio il caso di dirlo: visti gli ambiziosi obiettivi europei, per diversi paesi c’è ancora molta strada da fare.
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