Il comune denominatore del guidare nelle città moderne è probabilmente lo stress, soprattutto se decliniamo la guida al contesto metropolitano e dei grandi centri urbani. I fattori principali sono solitamente il traffico intenso, la difficile coesistenza tra mezzi differenti e l’insicurezza percepita per un manto stradale quasi mai in perfette condizioni.
Lo stress associa allora al viaggio in auto un sentimento di malessere in grado di amplificare notevolmente l’accezione negativa di traffico, commisurato al tempo che si trascorre in esso. Questa e altre condizioni determinano quali nazioni e città siano considerate le migliori dove mettersi al volante. Ma in che modo avviene la classificazione? Per quanto riguarda l’Italia, come si colloca? E quali sono invece le sue strade peggiori?
La classifica di Waze
Waze è una piattaforma online di proprietà di Google, disponibile anche sottoforma di applicazione per dispositivi mobili. Il suo scopo è di mettere in contatto gli automobilisti così da creare una vasta comunità di utenti in grado di consigliarsi a vicenda e aggiornarsi in tempo reale riguardo alle condizioni della viabilità.
L’imponente mole di dati che viene raccolta grazie alle molteplici interazioni tra gli utilizzatori di questa tecnologia, permette all’azienda di stilare annualmente una classifica dei posti peggiori e migliori in cui guidare, con annesse motivazioni e una suddivisione dei risultati ragionata su determinate categorie.
Il nostro paese, ad esempio, si è classificato al decimo posto della classifica globale del 2016. Le voci che hanno contribuito al posizionamento sono le seguenti: traffico, servizi, sicurezza, qualità delle strade, aspetti socio-economici e un indice arbitrario di felicità degli utenti.
A livello mondiale
Per il secondo anno consecutivo, sono i Paesi Bassi il posto considerato migliore per guidare, grazie soprattutto a un traffico fluente e alla considerevole qualità delle infrastrutture. Seguono a ruota Francia, Stati Uniti, Repubblica Ceca e Svezia (foto). Nelle lista nera finiscono invece El Salvador, secondo la classifica il luogo del pianeta dove meno vorresti trovarti al volante, insieme a Filippine, Guatemala, Panama e Indonesia.
I dati sono desunti dall’esperienza di guida di 65 milioni di utenti attivi mensilmente, distribuiti in 38 paesi e 235 città, che contribuiscono a stabilire un punteggio da un minimo di 1 ad un massimo di 10 (per ogni variabile). Vengono però prese in considerazione, per fini statistici, solo le località dove risultino attivi almeno 20.000 utenti al mese.
L’Italia
Il posizionamento dell’Italia si conferma di tutto rispetto, agli sgoccioli della top ten mondiale e ottava se restringiamo il campo d’indagine all’ambito europeo. In tale ambito, tuttavia, stona l’indice relativo alla felicità degli automobilisti, che colloca il Bel paese come fanalino di coda della classifica.
Per quanto riguarda le principali città della nostra nazione, quella percepita come migliore per mettersi al volante è Milano, quella peggiore è Torino; nel mezzo, Napoli si aggiudica la seconda posizione e a scendere troviamo Roma, Firenze e Bologna (foto).
Gli indicatori definiscono Torino la città con il minor punteggio sul fronte sicurezza, Roma la peggiore in tema di traffico e Firenze la più debole per la felicità degli utenti.
Per quanto riguarda le strade?
Secondo quanto riportato dallo studio ‘Localizzazione degli incidenti stradali 2016’, realizzato da Aci e che si può trovare per intero a questo indirizzo, la Tangenziale Est di Milano A51 si aggiudica il triste primato di strada più pericolosa d’Italia (in particolare il tratto compreso tra il chilometro 10 e il chilometro 12).
La media è di 23 incidenti per km ogni anno, esponenzialmente più alta rispetto alla media nazionale di 1,9 incidenti km/anno. Al secondo posto troviamo la Strada Statale 036 del Lago di Como e dello Spluga (19,5 incidenti per km/anno tra i km 13 e 17) e a seguire l’Autostrada A4 Torino Trieste (18,5 incidenti per km/anno tra i km 135 e 137).
La rilevazione riguarda 36.885 incidenti (con 1.264 decessi e 59.886 feriti) avvenuti su circa 55mila chilometri di strade italiane, da cui emerge come la maggiore densità di incidenti interessi i tratti autostradali in vicinanza delle grandi città. Le statistiche non hanno solo risvolti negativi: nonostante i numeri del 2016 abbiano evidenziato un aumento del numero di incidenti (+2% in autostrada, +1,2% sulle extraurbane e +0,5% su quelle cittadine), li stessi hanno quantomeno causato un quantitativo inferiore di morti (-10,2%) e di feriti (-10,4%) sulle autostrade.
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I mezzi a due ruote
L’analisi realizzata dall’ACI porta all’attenzione anche il diverso livello di pericolosità della rete stradale per i mezzi a due ruote: questa utenza è infatti coinvolta nel 24% degli incidenti stradali, ed è facilmente intuibile come la mortalità sia più elevata rispetto alle quattro ruote, con 1,5 morti ogni 100 mezzi coinvolti in incidente, per motocicli e biciclette, rispetto allo 0,66 delle auto.
Per approfondire possiamo dare un occhio all’analisi che Das, compagnia di Generali Italia, ha eseguito focalizzandosi sui luoghi più pericolosi per le diverse tipologie di veicoli su due ruote: le strade della Toscana sono le più pericolose per i ciclomotori (1 incidente ogni 1.901 abitanti, in base ai dati Istat 2016), alle quali seguono le carreggiate della Liguria (con un incidente ogni 2.530 abitanti) e delle Marche (1 su 3.533). Sul versante opposto, le regioni dove la densità di sinistri è più bassa sono Calabria (1 su 19.319), Molise (1 su 16.422) e Basilicata (1 su 13.763).