Se è vero che, da circa vent’anni a questa parte, specialmente nel Nord Italia, la nebbia si è manifestata con una frequenza sempre più sporadica, è anche vero che, quella che stiamo attraversando è la stagione a lei più congeniale, tanto che ci sono località italiane pervase dal suo momento clou.
Guidando nelle città dove questa intemperia è calata ormai fitta, ci si può trovare nella spiacevole circostanza di non distinguere altro che la carreggiata e qualche pallida luce, soprattutto nelle ore più buie della giornata.
Se questa situazione ti è familiare e magari la vivi quotidianamente imbottigliato nel traffico cittadino, potrebbe succederti di incappare nel classico automobilista che, disattento e deciso a peggiorarti la giornata, ti preceda di pochi metri con i fendinebbia posteriori accesi.
Quanto può essere fastidioso venire “accecati” da questa luce? E quali accorgimenti possono evitare simili eventualità?
In cosa consistono i retronebbia
Il fendinebbia posteriore, conosciuto anche come retronebbia, è un fanale posto sul retro dell’automobile, la cui funzione è quella di segnalare la presenza del veicolo a chiunque sopraggiunga, in caso di condizioni meteo tali da rendere difficile la visibilità.
La luce emanata è di colore rosso e di elevata intensità, tanto che a distanze ravvicinate potrebbe compromettere la visuale dei guidatori (motivo per cui è preferibile ricorrervi solo quando sussistano condizioni di stretta necessità, dovute principalmente ai fenomeni atmosferici).
A patto di un utilizzo corretto, i fendinebbia posteriori rappresentano un fattore importante per favorire la sicurezza stradale; non è un caso che nel nostro Paese, così come in molti nazioni europee, la loro presenza sia obbligatoria nei mezzi di nuova immatricolazione, sebbene non tutti i mezzi circolanti effettivamente ne dispongano.
Il simbolo
Per capire se sono accesi sulla propria vettura è sufficiente controllare la relativa spia posta sul quadro strumenti: in caso di accensione dovrebbe essere illuminata di colore giallo (foto).
La forma forse la ricorderai dagli albori della scuola guida, ma se così non fosse tranquillo, è facilmente ravvisabile poiché analoga a quella dei fendinebbia anteriori (tranne per la disposizione invertita degli elementi e per le tre barre, orizzontali anziché oblique).
L’accensione non è automatica – è quindi impossibile che sia accesa a vostra insaputa – e può avvenire solo se sono azionati anche gli anabbaglianti, con l’ulteriore vantaggio di ricordarvi di accenderli qualora non aveste provveduto prima.
Quando usarli e quando non
Come detto, l’accentuata intensità dei retronebbia può rappresentare un pericolo se ci fosse un veicolo immediatamente retrostante, motivo per cui l’utilizzo è assolutamente sconsigliato in casi di traffico intenso e quindi ravvicinato (foto). La sensazione che si proverebbe è la medesima di aver puntati addosso gli abbaglianti. Non stupirti perciò se te li dimenticasti accesi e l’automobilista al tuo seguito ti facesse presente la questione, magari con modalità non propriamente aderenti al galateo.
Considerando poi che alcuni modelli di auto ne montano addirittura due, un utilizzo sconsiderato può far pensare all’autista del veicolo a ridosso che si tratti di una brusca frenata – magari per evitare un pericolo incombente – e portarlo a fare la stessa cosa, aumentando il rischio di provocare un tamponamento.
Ma esiste un metro di valutazione semplice e immediato per valutarne la necessità?
Ebbene si: per stabilire quanto sia appropriato l’utilizzo è bastante verificare se le condizioni meteo consentano o meno di distinguere le luci di posizione dei veicoli che ci precedono. In caso affermativo, viene meno l’utilità di tali dispositivi.
In ultima istanza è bene non trascurare che, seppur remota, non è infondata una possibilità di lesioni al bulbo oculare in caso di esposizione ai retronebbia prolungata e/o troppo adiacente.
La normativa
Se l’uso corretto dei retronebbia è caldeggiato dalle autorità competenti, l’abuso è invece fortemente disincentivato.
Ciò si deduce dalle severe contravvenzioni (da un minimo di 84 euro ad un massimo di 335) a cui si è soggetti se, per esempio, si dimenticano accesi una volte cessata la situazione di pericolo o se si decide deliberatamente di mantenerli funzionanti nell’erronea convinzione di essere più visibili.
Il Codice della Strada, con l’Art. 153, ammette il loro utilizzo solo nel verificarsi di tre condizioni:
- visibilità inferiore ai 50 metri;
- pioggia o foschia molto intensa;
- nevicata particolarmente fitta.
Diversamente, ti consigliamo di valutare attentamente l’impiego dei fendinebbia posteriori, per evitare appunto sanzioni nonché di cagionare danni agli altri utenti della strada.
Per concludere, è bene tenere sempre a mente che i retronebbia, così come l’intero complesso di fari dell’auto, devono essere controllati regolarmente al fine di viaggiare in sicurezza e di non incorrere in sanzioni. Sebbene la loro sostituzione non sia difficile, è sempre meglio affidarsi a un professionista, soprattutto se il mancato funzionamento delle luci risulti riconducibile a un problema interno.
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