Con l’arrivo del nuovo anno non tardano ad arrivare i rincari che puntualmente rendono più onerose le nostre necessità; tra queste, in buona compagnia di luce e gas, troviamo le autostrade, il cui conto sarà più salato nell’anno a venire e per cifre non propriamente irrisorie.
Così recita il comunicato ufficiale apparso sul sito di Autostrade per l’Italia in data 29 dicembre: “Dal 1° gennaio 2018, in base a quanto stabilito dal decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell’Economia e delle Finanze, l’adeguamento tariffario di competenza per le Autostrade per l’Italia è pari all’1,51%. Tale incremento, in conformità alla Convenzione Unica, include il recupero del 70% dell’inflazione reale e la remunerazione dei nuovi investimenti effettuati.”
Vediamo meglio a quali sforzi economici saranno sottoposte le nostre tasche qualora desiderassimo, per diletto o per necessità, usufruire della rete autostradale italiana nel 2018.
Gli aumenti
La percentuale dichiarata nel comunicato è veritiera ma tiene conto unicamente della rete di propria appartenenza. Per una stima più attinente alla realtà è bene estendere il calcolo anche ai tratti non gestiti per via diretta dalle Autostrade; l’incremento medio del pedaggio sull’intera infrastruttura (misurato sulla base delle percorrenze del 2016) si gonfia fino a raggiungere quota 2,74%.
La vetta è toccata dal +52,69% della tratta Aosta Ovest – Morgex, di cui è responsabile la concessionaria Rav ed è dovuto sostanzialmente a pronunce giudiziarie dopo alcuni ricorsi delle società, come nel caso di Strada dei Parchi (+12,89%). Altri aumenti, meno gravosi ma che a lungo andare avranno un peso sul bilancio del cittadino medio, riguardano la Milano-Serravalle, dove si dovrà corrispondere il 13,91% in più rispetto alla tariffa attuale, e la Torino-Milano, aumentata invece dell’8,34%.
La ragione principale di questa lievitazione dei prezzi è da ricercarsi nell’ingente somma di denaro investito per migliorare la rete stradale (si valuta siano stati spesi 755,9 milioni tra ottobre 2016 e settembre 2017).
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Movimenti nel Lazio
Una situazione particolare si è venuta a creare nel Lazio, dove la A24 è stata motivo di diverse diatribe nelle ultime ore. La scintilla è scoccata da un aumento del 12,89% del costo del pedaggio, che non è stato accettato di buon grado da pendolari e istituzioni locali.
La vicenda ha coinvolto a onor del vero molte categorie, dai grossisti ai venditori al dettaglio. I diversi attori dei mercati rionali della Capitale hanno dato voce al proprio sdegno attraverso una nota diramata dal Centro agroalimentare di Roma, che addita l’aumento come «accanimento tariffario premeditato».
Non finisce qui; il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona, dal canto suo, ha parlato di «aumenti inaccettabili». La sua critica è rivolta però alla Milano Serravalle, il cui incremento del 13,91% potrebbe significare un deficit poco sostenibile per i pendolari abitué di quella tratta.
L’intervento di Zingaretti
L’ultimo ad essersi espresso pubblicamente sulla questione è stato il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, con un tweet (foto) da cui traspare una presa di posizione piuttosto netta: «L’aumento dei pedaggi sulla A24 è una vera follia! Lo ripeto: faremo opposizione con ogni mezzo, bisogna creare fronte comune dalla parte dei cittadini pendolari. Per questo già martedì prossimo incontrerò il ministro dei Trasporti Delrio con l’obiettivo di fermare questo rincaro». Una stroncatura che condanna senza mezzi termini i nuovi pedaggi della Roma-l’Aquila, gestita in concessione dal gruppo Toto.
Si accoda poi il presidente del Consiglio regionale Daniele Leodori (Pd), per il quale: «I cittadini non vanno lasciati soli davanti a questi provvedimenti non condivisibili. Ottima l’iniziativa di Zingaretti».
Chi invece non ritiene sufficientemente risolutivo l’intervento di Zingaretti è Antonello Aurigemma, ovvero il capogruppo di Forza Italia della regione Lazio, che parallelamente annuncia un’interrogazione parlamentare sui pedaggi.”Si tratta di aumenti per certi versi incomprensibili e inaccettabili, che vanno a penalizzare l’intera area della valle dell’Aniene e tutti i suoi comuni”, questo perché “si colpiscono soprattutto i tanti lavoratori e gli studenti che ogni giorno si recano a Roma”.
Il drastico aumento, infatti, colpisce soprattutto i pendolari che ogni giorno si spostano tra la Capitale e i Comuni della Valle dell’Aniene, nonché i residenti di popolosi quartieri come Ponte di Nona e Settecamini, per cui l’A24 è il pane quotidiano.
La giustificazione
Strade dei Parchi, la concessionaria dell’A24-A25, ha giustificato l’aumento appellandosi «al blocco delle tariffe imposto negli ultimi tre anni dal Ministero e dalla mancata approvazione, da quattro anni, del Piano economico finanziario di A24 e A25». Questo non placherà tuttavia gli animi nei territori interessati, dove tra l’altro si voterà per le regionali nel giro di due mesi.