La targa prova è uno strumento molto diffuso tra le officine e altre realtà riguardanti il mondo dei motori: tuttavia, non sempre il suo utilizzo avviene nel modo previsto dalla legge. Numerose sono state le lacune e i dubbi sull’argomento e questo, nel tempo, ha portato al consolidamento di pratiche non espressamente consentite, ora messe in discussione dalla sentenza del 25 agosto 2020 della III Sezione Civile della Corte di Cassazione.
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È stato stabilito, infatti, che l’uso della targa prova su un’auto già targata esonera la compagnia assicurativa – della targa prova stessa – da qualsiasi obbligo di risarcimento, che, invece, ricade sull’assicuratore dell’auto. Peccato, però, che la targa prova molto spesso sia utilizzata delle officine proprio per far circolare auto sprovviste di assicurazione in occasione di prove conseguenti a interventi di manutenzione.
Cosa si può fare, quindi, con la targa prova?
La sentenza della Cassazione arriva in seguito a un incidente mortale avvenuto nel 2003 in cui è stato coinvolto il dipendente di una concessionaria. Nel 2018, il Ministero dei Trasporti aveva provato a salvaguardare gli interessi degli autoriparatori attraverso una circolare che specificava di non procedere con attività sanzionatorie nei confronti di auto sprovviste di assicurazione e circolanti con targa prova.
Ora, però, con la sentenza definitiva, è stata sancita la fine di questa vicenda e sono state definite le direttive per l’utilizzo delle targhe prova: un’auto sprovvista di polizza assicurativa e di revisione periodica, quindi, non potrà essere provata in uno spazio pubblico semplicemente apponendo la targa solitamente usata dagli operatori del settore.
Si tratta di un cambio repentino di una pratica consolidata da decenni e che comporterà importanti modifiche nelle abitudini lavorative degli autoriparatori. Il problema di fondo risiede nelle stesse targhe prova, concepite originariamente per permettere ai costruttori di auto di testare i prototipi privi di omologazione. Le autofficine, invece, ne sono provviste perché potrebbero avere la necessità di effettuare test su veicoli senza carta di circolazione, operazioni che restano consentite ma che, solitamente, sono meno frequenti di quelle ordinarie.
In conclusione, almeno per il momento, non sarà più possibile effettuare test sul suolo pubblico con veicoli sprovvisti di assicurazione e revisione periodica utilizzando semplicemente la targa prova. In attesa delle necessarie modifiche delle normative, le officine dovranno affidarsi esclusivamente alla propria esperienza per la valutazione degli interventi di manutenzione svolti su auto prive dei documenti necessari per la circolazione.
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